Logo CournajaSTORIA Famiglia Cornaglia

Nel lontano 1918 Clemente residente a Monticello d'Alba acquista un podere e una casa, dove si trasferisce con la famiglia, in frazione Lussi di Santa Vittoria d'Alba. La terra acquistata comprende anche un alto bricco dominato da un maestoso pino, al tempo già molto antico.

La tradizione vuole che quel pino fosse stato piantato da Napoleone in persona o che questi abbia sostato alla sua ombra.

Fino a quel momento il cucuzzolo della collina aveva rappresentato un punto di incontro per i giovani dei due paesi limitrofi di Santa Vittoria e Monticello in vena di festa. A conferma del profondo legame che univa i due paesi, il bricco sormontato dal pino divenne simbolo del paese di Monticello.

Dalla cima del colle è possibile godere di una vista a 360° sulla vallata del Tanaro, la città di Alba, le Langhe e il Roero alle estremità della quale sorgono i due castelli medievali di Monticello e Santa Vittoria d'Alba. Il paesaggio è poi coronato dalle Alpi Marittime e in giornate particolarmente terse è possibile scorgere il Monte Rosa.

Vicino e come gemello si eleva il Bricco di San Cristoforo sormontato dai ruderi del castello romano a guardia dell’antico insediamento romano di Anphorianum. Sito di particolare interesse, in quanto primo insediamento romano della zona, dove venivano fabbricate anfore, paragonate da Plinio il Vecchio a quelle di Samo e di Sorrento, per l’elevata qualità conferitagli dalla marna (argilla finissima e dura come pietra) e per la forma elegante.

Simili nella loro forma sinuosa, il nostro bricco, affiancato da quello di San Cristoforo, furono riportati dallo scrittore Cesare Pavese nel celebre libro La luna e i falò in quanto ricordano il seno di una donna.

Dopo l’acquisto della proprietà, Cornaglia Clemente, molto religioso, affida alla protezione della Madonna Ausiliatrice il buon esito della successiva annata agricola. E così avviene: grazie al buon raccolto e alla vendita delle uve al mercato di Alba, egli fu in grado di estinguere i debiti.

In ringraziamento fece costruire, all’ombra dell’antico pino, un pilone votivo con nicchia e statua della Madonna, in onore di Maria Ausiliatrice. Purtroppo negli anni ’90 un violento temporale notturno sradicò il vecchio pino che aveva sempre resistito ai forti venti del Nord.

In seguito, è stato messo a dimora un giovane Cedro del Libano che sta crescendo in sostituzione dell’antico simbolo ed un giorno, come lui, contribuirà a proteggere ed ombreggiare il pilone votivo regalando freschi pomeriggi estivi a chi vorrà farsi accompagnare dal caratteristico fruscio delle sue fronde.

 

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